Riflessioni sul Movimento 5 Stelle

Riflessioni sul Movimento 5 Stelle e (soprattutto) sull’antifascismo

Sento la necessità di condividere alcune riflessioni sul Movimento 5 Stelle. Tralascio tutta la parte sulla democrazia interna a questo movimento, su cui nutro forti dubbi e muovo molte critiche. Mi soffermo soprattutto sul tema dell’antifascismo, che, oggi più che mai, di fronte alla proliferazione in tutta Europa di sigle e organizzazioni che pongono le loro basi ideologiche nel solco tracciato dal nazi-fascismo, reputo fondamentale.

Sul “Non-Statuto” del Movimento 5 Stelle non c’è nessun richiamo valoriale alla nostra Costituzione, men che meno all’antifascismo e alla Resistenza (http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Regolamento-Movimento-5-Stelle.pdf). Qualcuno potrebbe dire che lo statuto, o meglio il “Non-statuto”, è solo una formalità. Quello che conta, in politica e non solo, sono i comportamenti, quello che fai, quello che dici. Bene. E allora vediamoli questi comportamenti, vediamo quello che fa e dice Beppe Grillo e il SUO Movimento 5 Stelle. A dicembre nel Consiglio di Quartiere di Navile (Bologna) il Movimento 5 Stelle ha votato a favore di un ordine del giorno “proposto dal Pdl, di solidarietà a Casapound” (http://www.youtube.com/watch?v=r4OMHpa1GNQ). Anche qui qualcuno potrebbe dire che quella è una posizione di qualche esponente locale, non la posizione ufficiale del Movimento 5 Stelle. L’altro ieri Beppe Grillo, “l’unico titolare dei diritti d’uso” del nome e del contrassegno del Movimento 5 Stelle (come lo definisce il “Non-Statuto”), alla domanda “quelli di Casapound vogliono sapere se lei è antifascista o no” ha risposto: “Questo è un problema che non mi compete”. E in seguito mentre parlava con Simone Di Stefano, candidato di Casapound alla Presidenza della Regione Lazio, ha dichiarato: “se uno di voi ha dei requisiti per entrare nel Movimento 5 Stelle, non ci sono problemi oggettivi per dire di no” (http://video.repubblica.it/dossier/elezioni-politiche-2013/grillo-ai-fascisti-di-casapound-se-volete-benvenuti-nel-m5s/115884/114288). Queste parole spero che non lascino dubbi a nessuno sulla pericolosità di questo soggetto e del SUO movimento. Per me l’antifascismo è una discriminante, anzi è la discriminante principale. Per loro no. Per loro è tutto negoziabile: l’antifascismo, i diritti, la democrazia. Sul valore dell’antifascismo non possiamo cedere. Non si può mediare. Ne oggi, ne mai. Queste affermazioni arrivano poi proprio nella settimana in cui il PD Portuense (il mio Circolo) ha organizzato l’incontro “SENZA MEMORIA, NESSUN FUTURO” a cui ha preso parte un nostro importante iscritto: Piero Terracina, ebreo romano, deportato nel campo di Auschwitz il 7 aprile 1944. Un uomo straordinario, che da oltre vent’anni a questa parte ha preso un impegno con tutti Noi: fare memoria della pagina più buia della Storia dell’umanità. Un uomo che senza esitazioni ha iniziato il suo racconto con poche terribili parole: “Io all’inferno ci sono stato…”. E all’inferno Piero, insieme a tutta la sua famiglia, ci è finito grazie alla delazione di due italiani che indicarono alle SS l’abitazione in cui erano rifugiati. Sì, due italiani. Due fascisti. I nonni di quei ragazzi che oggi spavaldamente fanno irruzione nelle scuole al grido di “W il Duce” e si dichiarano “FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO”: quelli di Casapound.

Oggi, a distanza di quasi 70 anni, a mio avviso, su questo fronte non è cambiato niente. Non ci sono vie di mezzo. Non ci possono essere ambiguità. O si è fascisti o si è antifascisti. O si sta con i Repubblichini di Salò o si sta con i Partigiani. O si sta dalla parte della violenza e dell’odio o si sta dalla parte della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e della giustizia.

Gianluca Lanzi

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